Il bonus dei 600 euro resta un rebus su chi ne ha diritto
Neanche questo DL Rilancio riesce a fare chiarezza una volta per tutte su chi ne ha diritto e chi no, e in quale misura.
L’argomento del bonus dei 600 euro è sempre di più un vero rompicapo. Neanche il DL Rilancio riesce a fare chiarezza su chi ne ha diritto e chi no.
Come si ricorderà una serie di categorie erano state beneficiate durante il mese di aprile (per marzo) di un bonus di 600 euro, che era stato versato previa domanda da rivolgere attraverso il sito dell’INPS ed il programma appositamente installato.
Tutti ricorderanno il calvario della richiesta, funestato da blocchi del sito, dichiarazioni della direzione INPS, accuse a fantomatici hacker, e proteste da tutta Italia per il dimostrato dilettantismo dell’Istituto. Come se, dopo aver ventilato per giorni l’esistenza di un click day, non rendesse evidente a chiunque che all’apertura dei cancelli informatici, centinaia di migliaia di utenti avrebbero contemporaneamente tentato l’accesso intasando tutto il sistema.
In verità, anche se click day non fu, qualcosa di molto somigliante è stato, visto che molti aventi diritto a oggi non hanno ricevuto il contributo, e quel che è peggio ne nessuno conosce il motivo, che non può che riguardare le disponibilità finanziarie dell’INPS.
È evidente che il rifinanziamento operato dall’erario consentirà ora finalmente di versare il bonus a coloro che ancora non lo hanno ricevuto pur avendolo richiesto a marzo.
Ma è già ora, anzi è già tardi, per pensare al bonus di aprile, e poi a quello di maggio che presumibilmente arriverà a giugno.
Ebbene, se per marzo fu complicato capire le categorie beneficiarie, per aprile e maggio diventa un vero ginepraio.
Diciamo subito che tutti i beneficiari di marzo dovrebbero ricevere il bonus da 600 euro anche per aprile, automaticamente e senza il bisogno di presentare domanda alcuna.
Detto bonus peraltro viene esteso a categorie prima non previste, come ad esempio alcuni stagionali prima esclusi, lavoratori dello spettacolo con poche giornate attive, lavoratori occasionali iscritti alla gestione separata, lavoratori intermittenti o oggetto di somministrazione. Tutte categorie prima non beneficiate.
Fin qui tutto bene. Per maggio invece il rebus è molto più difficile.
Per alcune categorie infatti il bonus viene aumentato a 1.000 euro, ma tale incremento deve avere il requisito di un calo del fatturato di almeno il 33% confrontando il bimestre marzo/aprile del 2019 e del 2020.
Ciò vale ad esempio per artigiani, commercianti e iscritti alla gestione separata con partita IVA. Per l’aumento a 1000 euro, da quanto si capisce, non servirà invece calo di compensi per i Co.Co.Co. senza partita IVA.
Per coloro invece beneficiati ad aprile per la prima volta, non vi sarà aumento ma conferma dei 600 euro anche a maggio.
Le norme sembrano difformi tra categoria e categoria e anche un pò contraddittorie oltre che difficili da applicare. È auspicabile un intervento dei tecnici del Governo per chiarire schematicamente quali sono le categorie ammesse e le relative regole per accedere al bonus.
Finora il filo conduttore sembra essere la distinzione tra titolari di partita IVA, per i quali è possibile verificare da parte dell’agenzia delle entrate il calo del fatturato, e i non titolari di partita IVA, per i quali quel controllo non sarebbe possibile. I primi ci guadagnano in aumento di bonus se il loro fatturato è sceso, ma vedono scomparire il bonus se non è calato abbastanza. I secondi invece vedono una conferma ma a livello di 600 euro, senza aumento.
E uguale intervento vi sarà per i beneficiati per la prima volta del bonus in aprile.
I professionisti con cassa autonoma, invece, beneficiati dal cosiddetto reddito di ultima istanza a marzo, vedranno confermato il beneficio ad aprile e a maggio, sempre con intervento della cassa di appartenenza, che viene finanziata allo scopo dall’erario.
Una ultima annotazione riguarda l’operazione aumento a 1000 euro, per la quale è previsto l’intervento, oltre che dell’INPS, anche dell’Agenzia delle Entrate, che dovrà controllare e confermare gli effettivi cali di volume di affari.
Si preannunciano pertanto nuove piattaforme sui siti di riferimento, nuovi faticosi inserimenti di dati, nuove farraginosità che fatalmente ritarderanno le erogazioni.
Imparare dagli errori? Mai sia!