L’Europa decide…di non decidere e lascia tutto invariato
Due settimane, e sedici ore di discussione ininterrotta tra i ministri finanziari dell’Europa, non hanno portato a nessuna decisione.
Due settimane di riflessione e di mandato all’Eurogruppo per mettere a punto misure strategiche per far fronte alla crescente emergenza economica provocata dal Coronavirus, e 16 ore di trattative in videoconferenza tra i Ministri delle Finanze dei paesi europei non hanno portato a nessun accordo.
I blocchi ormai sono delineati: da un lato il Sud dell’Europa con Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia in testa, che chiedono un impegno forte e comune dell’Unione per far fronte all’emergenza e dall’altra il Nord dell’Europa con in testa l’Olanda, seguita dalla Germania, dall’Austria e dai paesi con le economie più forti che non vogliono sentir parlare di aiuti e obbligazioni europee a sostegno dell’emergenza industriale ed economico finanziaria che stiamo vivendo.
Le domande che tutti ci poniamo a questo punto sono le seguenti: è questa l’Europa che i padri costituenti avevano immaginato? E’ questa l’Europa che tutti gli europei sognavano e che vogliono?
Molto probabilmente no. Ancora una volta e forse davanti all’emergenza più grande che stiamo attraversando dalla fine del secondo conflitto mondiale ad oggi, l’Europa ha mostrato tutti i suoi limiti: politici, storici, economici.
Oggi in modo ancora più evidente viene meno lo spirito di solidarietà che avrebbe dovuto portare alla costituzione di una Europa forte economicamente e politicamente e che avrebbe dovuto e potuto recitare un ruolo di primo piano sul palcoscenico del mondo. Ed invece ancora una volta, e forse per l’ultima volta, questo spirito è venuto meno e ha messo a nudo tutte le fragilità e le contraddizioni di questo continente.
Il Corriere della Sera di quest’oggi riporta una bellissima intervista all’ex Cancelliere tedesco Gherard Schoreder, a capo della Cancelleria dal 1998 al 2005. L’ex Cancelliere invita i suoi connazionali ad aprire agli Eurobond. Schoreder: “Se c’è un paese che deve capire che dopo una crisi esistenziale occorre un sostegno finanziario paneuropeo alla ricostruzione di chi la subita, questa è la Germania…(e ancora) La Germania renda all’Europa parte della ricchezza ricevuta dall’Europa stessa”.
Ad alba inoltrata di questa maratona durata 16 ore iniziata il pomeriggio precedente, il Presidente dell’Eurogruppo, l’economista portoghese Màrio Centeno, ha suonato la campanella per aggiornare i lavori alle 17.00 del 9 aprile per tentare di trovare una soluzione, una quadra, agli enormi problemi e alle grandissimi divisioni che in questo momento gravano sull’Europa.
Speriamo sia possibile altrimenti questa potrà essere, a ragione, considerata la fine dell’Europa così come l’abbiamo sempre immaginata, o come l’avremmo voluta immaginare.