Il credito di imposta per gli affitti commerciali. Luci e ombre
Nel Decreto Rilancio l’Art. 31 modifica sostanzialmente la disciplina del credito sugli affitti commerciali prevista dai precedenti decreti. Le novità sono molteplici, e non tutte comprensibili ne eque, soprattutto per i proprietari.
L’art. 31 della bozza del c.d. Decreto Rilancio, modifica sostanzialmente la disciplina del credito sugli affitti commerciali prevista dai precedenti decreti.
Le novità sono molteplici.
Vi è innanzitutto l’estensione temporale ad aprile e maggio 2020 del beneficio, in precedenza era stato indicato per il solo il mese di marzo.
È poi prevista l’estensione oggettiva ad immobili di uso non abitativo, mentre in precedenza il riferimento era specificamente ai locali di categoria C1 (negozi). La formulazione non è tuttavia delle migliori, poiché non si capisce se ci si riferisca all’uso che derivi dalla categoria catastale, oppure all’uso che ne fa di fatto l’azienda a prescindere dalla categoria. Sono molteplici i casi ad esempio di immobili la cui categoria è abitativa, ma sono locati a imprese che vi esercitano l’attività, ad esempio un ufficio.
I beneficiari sono imprese e lavoratori autonomi con fatturato fino a 5 milioni di euro, mentre il credito è previsto per il 60% del canone effettivamente pagato. Il requisito del danno subito dall’emergenza Covid-19, si evidenzia da una riduzione necessaria di almeno il 50% del fatturato di ciascun mese interessato, rispetto al corrispondente mese del 2019.
Va descritta una curiosa novità, quella dell’inversione del credito.
Su opzione del conduttore, infatti, egli può scegliere (e dalla formulazione non sembra che il locatore possa opporsi) di cedere il credito al proprietario, versando nel contempo il canone con sconto del 60%. Si tratta di una innovazione molto importante, che beneficia il conduttore e non sarà probabilmente ben vista dai locatori.
Peraltro l’utilizzo del credito (per la dichiarazione dei redditi dell’anno in corso, oppure in compensazione sugli F24) può essere utilmente eseguito solo dopo il versamento del canone (comunque entro il 2020). Con l’ulteriore problema per i locatori, che non solo molto probabilmente riceveranno un canone ridotto del 60%, ma che non potranno utilizzare detto credito d’imposta ceduto, finché il locatario non darà corso al versamento del canone (e quindi del 40%). Se il locatario semplicemente non paga, il proprietario non riceverà alcunché e non potrà neanche utilizzare il credito di imposta.
Sembra francamente una dimenticanza.